[video] #WorldMentalHealthDay 2017 con Stigmamente: un esempio virtuoso
Lo
stigma – l‘attribuzione di qualità negative a un gruppo sociale,
che si imprime come un marchio di infamia e disapprovazione e che fa
rifiutare, discriminare ed escludere i membri di quel gruppo da
contesti e situazioni proprie della vita di tutti i giorni –
rappresenta un problema fondamentale per le persone che hanno un
disturbo mentale.
In ogni parte del mondo, infatti, soffrire di un
disturbo mentale non comporta solo far fronte a sintomi e disabilità,
ma si accompagna allo stigma, una “seconda malattia”,
all’apparenza incurabile che spesso persiste anche quando la prima
è scomparsa.
Lo stigma legato alla malattia mentale ha pesanti e
concrete conseguenze per le persone che ne sono colpite: determina
esclusione sociale e bassa qualità della vita, rappresenta un
ostacolo nel trovare e mantenere un lavoro, abbassa l’autostima,
avvilisce l’immagine di sé, favorisce l’abuso di alcool e
sostanze, aumenta la probabilità di andare incontro a depressione e
suicidio.
Lo stigma rappresenta, infine, una delle principali barriere al trattamento, rendendo più difficile per i pazienti (e familiari) chiedere aiuto e ricevere cure tempestive e adeguate.
Quest’ultima conseguenza dello stigma è particolarmente pericolosa per le fasce di età giovanili, es. i ragazzi ad alto rischio psicotico e coloro che stanno andando incontro ad esordio di malattia conclamata: in un caso e nell’altro, la paura di essere etichettati e la vergogna di ammettere di avere un problema di salute mentale ritarda l’accesso ai servizi specialistici e l’inizio di un trattamento adeguato; ciò determina un allungamento della durata di malattia non trattata (DUP), che la ricerca ha indicato essere associata ad un peggiore esito clinico e sociale a medio e lungo termine.
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